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FOTO CANADA 2005
Di Paolo Maifrè
Foto di Paolo Maifrè è Gigi Codinotti
Partecipanti:
Paolo Maifrè
Gigi Codinotti
Fabrizio Franchi
Per il secondo anno di fila (dopo Ottawa River e Lachine nel 2004) la meta estiva è stata il Canada e lo scopo della vacanza quello di fare un po’ di sano playboating.
Il Canada visitato nel 2005 è ben differente dalle città di Ottawa e Montreal che abbiamo visitato nel 2004: sicuramente più selvaggio e caratterizzato dalle grandi dimensioni delle foreste, delle montagne, dei fiumi, dei laghi, delle cascate (Alexandra falls), dei bisonti e … dei funghi (porcini a profusione).
La prima meta stato l’ormai famoso Great Slave River, che scorre al confinte tra l’Alberta ed i Northwest Territories. Per arrivarci occorre volare ad Edmonton in Alberta (la città più vicina) e guidare per 1.400 km. sino a Fort Smith, un paese di 2000 anime, 2 alberghi e 3 bar.
Lo Slave River non ha bisogno di presentazioni tra i playboaters.
Vi sono in circolazione diversi film che propongono scene girate sullo Slave, nonché diversi articoli pubblicati sulle riviste di canoa.
Non abbiamo purtroppo pagaiato (visti il livello eccezionalmente alto del fiume per il periodo, la voglia di portare a casa la pelle ed il livello canoistico di noi tre turisti) le tre “perle” dello Slave: Pelican Wave, Molly’s nipple e The Edge, vale a dire le tre rapide spettacolari che si vedono generalmente nei filmati professionali.
Nessun problema ! Il tratto canoisticamente interessante presenta quattro serie di rapide (Cassette, Pelican, Mountain Portage, Rapids of the drowned) ognuna delle è caratterizzata da una miriade di canali che offrono qualsiasi tipo di opportunità canoistica (volume, creeking, ecc.), per non parlare degli spot che sono (senza esagerare) decine e decine.
Si potrebbe pagaiare sullo Slave per un mese facendo ogni giorno una rapida nuova, o comunque un tratto di rapida nuovo.
Lo Slave è immenso, va disceso con chi lo conosce e può essere estremamente pericoloso, ho sfiorato in assoluto i buchi più enormi che abbia mai visto in tutta la mia carriera canoistica !
Ci siamo fermati sullo Slave 10 giorni (dopo averne spesi due per il viaggio di andata).
Abbiamo poi stravolto i programmi iniziali (che consistevano nel pagaiare 4 fiumi sulla via del ritorno tra le montagne rocciose del British Columbia) decidendo di guidare per 2.000 / 2.500 km sino a Vancouver.
Perché Vancouver? Perché a due ore dalla città (che non abbiamo visitato) esiste l’onda più bella che abbia mai surfato: Skookumchuck, la mitica onda formata dall’alta marea dell’oceano pacifico che ammiro in fotografia dal 1992, quando mi sono seduto in un kayak per la prima volta.
Cosa dire? E’ stata un’esperienza veramente particolare. Ci si imbarca in un porticciolo all’interno di un fiordo con abeti che arrivano al pelo dell’acqua. Si pagaia verso l’interno tra meduse e stelle marine, si arriva su una spiaggetta rocciosa e si attende. Quando la marea sale, dove prima non c’era nulla se non acqua piatta, si crea un’onda fantastica, facile, con una spalla verde su cui letteralmente (manico permettendo, e non era il nostro caso) si può volare.
Abbiamo passato a Skook due giorni, dopodiché siamo tornati a Edmonton dove ci aspettava l’aereo per casa.
Per qualsiasi informazione: paolo.maifre@tiscali.it